L’adolescenza è un periodo complesso della vita sempre in bilico tra ciò che siamo e ciò che sentiamo di dover essere. Oggi questo dilemma esistenziale tocca i ragazzi già alla scuola primaria e ci accompagna per molto tempo, spesso anche in età adulta
Forse è proprio per questo che il libro che vi sto per raccontare inizia a piacere a 9 anni e non smette di essere letto e riletto anche in età adulta.
Stargirl Caraway: così speciale, così diversa
Mica è una piccola cittadina dell’Arizona dove tutti hanno un proprio ruolo. Tutti a parte l’ultima arrivata: Stargirl Caraway! Si dice di lei che abbia sempre studiato a casa, che veste in modo teatrale, che suona l’ukulele, che è estremamente gentile con tutti e che non si riesce ad etichettare in nessun modo.
A raccontarci la sua storia è Leo Berlock, di un anno più grande di lei. Leo all’inizio è spaventato da questa nuova figura, ma finisce per innamorarsene. Stargirl lo ricambia, ma la sua estrema diversità lo porta ben presto a dover scegliere tra l’animo nobile e sincero di lei e il gruppo che alterna momenti in cui la segue e la ama ad altri in cui la esclude totalmente.
Stargirl osserva tutti, conosce ogni data di compleanno e si prodiga sia per la squadra della propria scuola che per la squadra avversaria inimicandosi così i compagni. Sempre sorridente sembra non accorgersi dell’astio che gli altri le dimostrano, a parte quando è Leo a sottolinearglielo, ma riuscirà una diversità così pura e genuina a sottostare alle etichette? Leo troverà la forza di sostenerla?
La paura del diverso e quella di essere sé stesso.
“Tentammo d’etichettarla, d’incasellarla come facevamo con tutti, ma non riuscimmo ad andare oltre “originale”, “strana” e “Matta”. Il suo comportamento ci prendeva in contropiede”
Ciò che colpisce subito i ragazzi di questo romanzo è la genuinità con cui Stargirl è diversa. Tutto in lei è diverso, lo giudicano quasi folle eppure non riescono a trovarvi malizia o voglia di protagonismo, ma solo un’enorme coerenza con sé stessa e ciò da un lato li infastidisce e dall’altro li affascina.
“Era elusiva. Era oggi. Era domani. Era il profumo sfuggente di un fiore di cactus, l’ombra fugace di un gufo stregato. Non sapevamo come comportarci con lei. Tentavamo di fissarla a una tavoletta di sughero come una farfalla, ma lo spillo l’attraversava e lei volava via.
Stargirl è libera. Libera da pregiudizi, dagli stereotipi o dal bisogno di piacere ad ogni costo, per questo ci risulta più vera e simpatica solo nel momento in cui prova ad essere un po’ più simile agli altri, per amore dii Leo, ed insieme al suo vero nome (Susan Julia Caraway) cerca di sottomettersi maggiormente agli stereotipi della scuola.
Il suo essere così attenta e in ascolto verso gli altri al punto da saper sempre quado cantare gli auguri di buon compleanno o cosa regalare a chi le sta vicino crea diffidenza in chi le sta intorno e purtroppo anche in noi che leggiamo. Questo in classe crea sempre scambi di opinioni e riflessioni molto importanti poiché ci porta a confrontarci con la nostra diffidenza e il nostro bisogno di stare dentro gli schemi o di uscirne solo un poco
Essere sé stessi, ma noi davvero chi siamo?
Una riflessione molto interessante su questo libro è stata fatta da un gruppo di ragazzi di prima media.
Dopo aver letto il romanzo di Jerry Spinelli ci stavamo confrontando sull’essere diversi e un ragazzo ha esordito leggendo un pezzo del testo:
“Wayne Parr era un fusto (…) Quanto a risultati era un signor nessuno. Non giocava in nessuna squadra, non era iscritto a nessun circolo, non aveva vinto nessun premio, non eccelleva in nessuna materia, non rivestiva nessuna carica, non era rispettato per nessun motivo… eppure, anche se me ne resi conto solo anni dopo, era il grande maresciallo della nostra parata quotidiana (…) Wayne Parr non andava alle partite di calcio o di pallacanestro, e neanche noi ci andavamo…”
Wayne Parr è un personaggio assolutamente secondario nei fatti narrati eppure diventa fondamentale proprio alla luce di questo brano. La classe di cui vi parlo, l’ha definito l’antiStargirl poiché non è interessato a nulla, mentre lei è interessata a tutto e tutti, eppure è il leader della scuola, mentre lei è l’esclusa.
Perché?
Le risposte sono state interessantissime: perché è più facile da seguire, perché è più vicino agli stereotipi moderni, perché ti lascia tranquillo…
Poi un ragazzo ha detto:
Perché in realtà è uno di noi che fa il disinteressato perché si sente inadeguato
Lascio a voi ogni commento…
Recensione di Stargirl
Jerry Spinelli è un autore contemporaneo i cui libri fanno però già parte dei “classici” della letteratura per ragazzi. Ogni suo libro contiene una componente autobiografica che li rende ancora più veri e credibili.
In questo romanzo in particolare la credibilità è data dallo sguardo esterno di Leo, il narratore, che ci mostra tutta la sua incredulità e legge gli avvenimenti come lo faremmo noi.
E’ un romanzo di formazione ed è anche un romanzo corale in cui accanto alla protagonista vediamo altre figure acquisire consapevolezza di sé, dei propri limiti e delle proprie specificità.
Spinelli tratta temi forti per i ragazzi come il superamento del pregiudizio, dell’inadeguatezza, il dilemma tra essere sé stessi ed essere accettati, ma lo fa a distanza, senza dare giudizi personali o chiavi di lettura. Ci mostra il mondo da diversi punti di vista e poi lascia a noi trarre le nostre conclusioni.
Il suo è uno sguardo disincantato, ma molto realistico che non lascia spazio al vissero felici e contenti, ma non cade neanche nel dramma.
Sembra indicarci un sentiero e poi sussurrarci: “E ora dove vuoi andare? Che strada scegli?” e forse è proprio per questo che ci piace leggere e rileggere Stargirl in età differenti poiché con il trascorrere del tempo forse anche le nostre strade possono cambiare.
TITOLO: Stargirl
Autore: Jerry Spinelli
Casa editrice: Mondadori (oscar bestseller)
Genere: romanzo di formazione
Consigliato dai 9 ai 99 anni
Lunghezza: 192 pagine
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