Come preannunciato da questo martedì nella rubrica “il piacere di leggere” parleremo di poesia.
In particolare, in queste 4 settimane, vedremo come far amare la poesia ai bambini e ai ragazzi, quali sono gli sbagli più comuni che allontanano da questo intento e quali ripercussioni un percorso sulla poesia può avere in un progetto di promozione alla lettura.
Ma partiamo dall’inizio
Che cos’è la poesia?
È importante iniziare da questa domanda poiché definisce di cosa stiamo parlando e ci aiuta a capire in che mondo siamo inseriti
Il problema è che già mentre ci poniamo la domanda sappiamo che una risposta non la troveremo poiché la poesia è un mondo molto complesso e vario che non si può chiudere in un recinto quindi in realtà è tutto e il contrario di tutto. Non è definibile almeno che non lo facciamo sapendo che ne stiamo escludendo una parte.
Questo discorso all’inizio può sembrare fine a sé stesso e invece racchiude un concetto importante: ci sono tantissimi tipi di poesie differenti per forma e contenuto ed è importante trasmetterlo e farlo sperimentare ai bambini e ai ragazzi perché non si formino l’idea che la poesia è una cosa sola e che se quella non piace allora… Non ci piace la poesia
Come fare a scegliere filastrocche o poesie per i ragazzi?
Per prima cosa bisogna leggerne tante, leggerle per sé stessi e leggerle pensando ai bambini che incontriamo ogni giorno nella vita. Il post della prossima settimana riguarderà proprio come leggere le poesie ai bambini, ma per ora ciò che ci tengo a sottolineare è che se non facciamo noi un percorso immersivo nelle poesie leggendole, assaporandole e facendole nostre non riusciremo mai a creare percorsi significativi per loro
Il nostro focus dev’essere prima di tutto la parola, il suono che crea, l’immagine che ci si forma in mente quando la ascoltiamo, la mastichiamo e la digeriamo in quella parte di testa in cui diventa immagine, suono ed emozione.
Chiara Carminati in una lezione universitaria sosteneva che: “Dare parole difficili ai bambini è dare loro potenza” e allora cerchiamola questa potenza nelle parole e cerchiamo poesie che possano essere capite dai bambini, ma che li aiutino a masticare nuove immagini, nuovo lessico, nuovo suono
La poesia giusta per l’età giusta
Come per i libri anche qui il primo problema è come scegliere le poesie da presentare ai bambini e ci sono alcune linee guide che possono aiutarci ad avvicinarci a questo mondo:
- 1- La poesia è prima di tutto parola e sono le parole che devono condizionare le nostre scelte. Le poesie devono essere scritte e pensate per i bambini o per i ragazzi. L’editoria è piena di poeti per bambini ( nelle immagini qualche esempio non esaustivo di ciò che vedremo nei prossimi post). Le loro poesie sono scritte per bambini e non hanno bisogno di illustrazioni per essere capite perché parlano il loro linguaggio ed illustrano la loro storia;
- Ascoltiamo i bambini/ragazzi che abbiamo davanti e andiamo a pescare nella nostra “cassetta degli attrezzi” quella filastrocca, quella poesia che tocca quell’argomento che li colpisce, che li interessa.
- Ovviamente per giungere al punto 2 prima devo aver fatto una cosa fondamentale: devo aver letto molte poesie e devo essermi creata una mia personale cassetta degli attrezzi che sappia maneggiare con cura
- Osserviamo le loro reazioni e non seguiamo una progettazione definita a priori, ma rendiamo il percorso flessibile facendoli diventare protagonisti
Da dove partire?
Per entrare a contatto con la poesia, sperimentarla e farla nostra un libro veramente interessante è:
Un anno di poesia scritto da Bernard Friot, illustrato da Hervè Tullet (di cui vi ho parlato QUI) e tradotto magistralmente da Chiara Carminati che a volte strizza l’occhio al lettore inserendo alcune poesie italiane che ci aiutano a rendere più nostro l’interno percorso.
Un percorso perché questo non è tanto un libro da leggere quanto un libro “da fare” che mi ha evocato subito i fantastici libri di Keri Smith (di cui vi parlerò nei prossimi giorni).
Per farvi capire cosa intendo lascio la parola allo stesso Friot che presenta il testo così:
Sì, sperimentare.
Provare, manipolare, inventare, imitare, elaborare, maneggiare, …
Poi tornare indietro, analizzare, riprendere, modificare, osservare e tentare una nuova strada.
Osservare tutti i registri: giocare con le risorse della lingua, cambiare i gesti della scrittura, lavorare con il linguaggio come materia sonora, fissare delle regole e anche sovvertirle.
Scrivere con intelligenza, follia, sensibilità.
Prima di tutto sfiorare la pagina, con la punta delle dita, lasciare che lo sguardo reagisca alle righe, ai colori, alle forme.
Leggere, scrivere, a voce alta, a voce bassa
Solo, in tanti. E inevitabilmente trovare la propria voce, e affermarla
Ma non parlare troppo: agire, essere
E in questo agire Friot e la Carminati ci prendono per mano, per un anno intero. Ogni giorno con una definizione di poesia, ogni giorno con una proposta e spesso con qualche strizzata d’occhio per farci passare la paura della pagina bianca, spesso con una poesia che ci aiuti ad entrare in questo magico mondo, che ci ispiri che ci accompagni
È un libro molto interessante, uscito da pochissimo, che sto facendo in questi giorni e che completerò tra alcuni mesi, ma che ho già letto completamente per capire cosa ne pensavo e mi sento di consigliarvelo come viaggio per entrare nel mondo della poesia per poterne rimanere arricchiti voi e i ragazzi che avranno la fortuna di seguire percorsi di lettura e di poesia creati da persone che nella poesia sanno agire e sanno essere
Questo era il nostro punto di partenza, il viaggio è ancora lungo e se avete suggerimenti, domande, consigli che volete darmi vi invito a scrivermeli nei commenti così che possa rispondere o mettere a frutto le vostre riflessioni nelle prossime settimane visto che il nostro viaggio nella poesia durerà ancora alcune settimane
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