Continua il nostro viaggio nei percorsi narrativi dedicati alla giornata della memoria (gli altri li puoi trovare qui)
Otto l’orsacchiotto di Tomi Ungerer è un libro che spesso vedo letto in scuole dell’infanzia e nei primi anni della primaria perché si parte dalla convinzione che essendo un orsacchiotto il protagonista anche i bambini più piccoli potranno facilmente capire la storia.
In realtà. Come dico sempre nei miei corsi, se una storia la devo spiegare questo è un chiaro segno che ho sbagliato la mia scelta: ma se nel libro non spieghiamo alcune cose ai bambini è impossibile che loro riescano a capire la storia
Quindi a chi leggere e come proporre Otto l’orsacchiotto?
Scopriamolo insieme
Otto l’orsacchiotto, Autobiografia di un orsacchiotto: trama
Come preannuncia il titolo, il libro ci mostra la storia dell’orsacchiotto raccontata da lui stesso e inizia così:
“Il giorno in cui mi ritrovai nella vetrina di un rigattiere, dissi a me stesso: “Sei diventato vecchio, caro Otto!”
E’ un orsacchiotto rattoppato e sporco quello che ci accoglie con queste frasi per poi riportarci indietro nel tempo a quando è stato cucito a mano e impacchettato per diventare il regalo di un bambino ebreo di nome David.
David e il suo amico Oskar fanno di Otto il loro compagno di giochi preferito e gli mostrano con un certo orgoglio la stella che ad un certo punto adorna il petto di David.
Le cose cambiano però poco dopo quando improvvisamente quella stella non appare più così preziosa e David deve regalare a Oskar il suo orsacchiotto perché delle persone in uniforme vengono a prendere lui e la sua famiglia.
Inizia così un viaggio per il nostro orsacchiotto che, seguendo le vicende storiche lo vedrà osservatore e protagonista di tanti cambiamenti che avvengono nel mondo dalla guerra alla pace, dalla Germania all’America e ritorno
Un viaggio che ci racconta la seconda guerra mondiale e come dopo di essa sono cambiate le cose nel mondo, che ci parla di amicizia e di quell’affetto che neppure una guerra può cambiare.
Otto l’orsacchiotto
Quali domande pone la storia di Otto l’orsacchiotto?
Nella storia di Otto oltre all’amicizia tra David ( ebreo) e Oskar (tedesco) si succedono molte cose che hanno significato solo se prima di leggere la storia è stato spiegato ai bambini che cosa successe in quel periodo storico.
- Perché David ostenta felice la stella sul petto, il suo compagno la mostra alla madre quasi a chiederne una anche lui e la madre i guarda con quella faccia?
- Perché, sempre con la stessa stella al petto girando la pagina vediamo David triste che decide di non tenere più con sé Otto?
- Cosa ci faceva un soldato americano nella città di Otto? Come mai il soldato ha la pelle scura e non è stato ritratto biondo e con la carnagione bianca come si confaceva all’immaginario dell’epoca?
Queste possono sembrare domande banali sono fondamentali per capire davvero la storia.
Ungerer scrive la sua storia per sensibilizzare chi la legge rispetto non solo agli orrori successi in quel periodo, ma anche rispetto al modo menzognero che ha segnato l’arrivo della Shoah.
Non è un caso che sfrutti la drammaticità del girare pagina per mostrare come l’orgoglio di avere una stella si sia tradotto dopo poco nella più atroce delle scoperte.
Le parole dei ragazzi
“L’orsacchiotto ha salvato il soldato perché lui rappresenta il bene e perché gli americani erano in Germania per sconfiggere i tedeschi quindi quel soldato era buono e forse lì non ci voleva neppure essere. Avrebbe preferito essere a casa con la sua famiglia” (Gioele, 8 anni)
“Otto non capisce che cosa succede perché è in po’ come noi bambini che a volte vediamo succedere le cose, ma i grandi non ci spiegano nulla. In nessuna parte della storia si vede un adulto che spiega ai due bambini cosa succede” (Marica, 9 anni)
“Però neanche loro lo chiedono e questo è un problema che abbiamo anche noi, non ci facciamo troppo domande” (Letizia, 8 anni)
Come e a chi leggere quindi questo libro?
Ecco il percorso che i ragazzi di quinta primaria mi hanno aiutato a creare per le classi terze e quarte:
- Per prima cosa sono state preparate due lezioni da due ore che i ragazzi hanno più gradi hanno fatto a quelli di terza con il mio aiuto: nella prima, tenuta dalla classe quarta, si sono illustrati gli avvenimenti storici della seconda guerra mondiale, nella seconda, presentata dalla classe quinta, si è parlato della Shoah sempre da un punto di vista storico.
- Dopo aver approfondito questi due aspetti ho letto Otto l’orsacchiotto alla classe terza e quarta e abbiamo ragionato insieme sul significato del libro. Da questa conversazione sono emersa diverse riflessioni tra cui quelle riportate qui sopra.
- Alla fine i ragazzi hanno provato a scrivere a gruppi la stessa storia, ma dal punto di vista di diversi personaggi: David, Oskar, il soldato, il rigattiere e la figlia del soldato. Partendo da ciò che conoscevano hanno inventato le parti mancanti creando percorsi di senso davvero molto interessanti
- Infine tutti insieme abbiamo creato un cartellone da esporre in corridoio in cui si spiegava ai bambini di prima e seconda quali fossero, secondo loro, le cose fondamentali che ci deve insegnare la giornata della memoria
Quindi perché dico che questo libro non si rivolge a bambini dai 3 ai 7 anni?
Come emerso dal percorso presentato e da tanti altri percorsi fatti in diversi gradi scolastici, per capire davvero la storia di Otto ed entrare in empatia con il personaggio è necessario avere conoscenze storiche e sulla shoah che questa storia arricchisce introducendo empatia e dando un significato a misura di bambino a ciò che è successo.
Se è vero che ai bambini si può spiegare tutto è vero anche che c’è bisogno di avere il senso di come le azioni della storia possano ricadere sul presente anche in forme diverse perché tutto quello che abbiamo presentato sia significativo e difficilmente un intero gruppo di bambini che non ha ancora intrapreso lo studio della storia sarà pronto per creare tutti questi collegamenti già complessi anche per i più grandi.
Essendo quindi la giornata della memoria un periodo ristretto in cui si parla di questi accadimenti a scuola perché non concentrarsi sul dare un percorso quanto più significativo possibile ai bambini invece che proporre letture che, se pur belle, non arrivano nel profondo dei nostri bambini?
TITOLO: Otto L’orsacchiotto. Autobiografia di un orsacchiotto
Autore. Tomi Ungerer
Casa editrice: Mondadori
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