Questi giorni di feste sono l’ideale se volete passare qualche ora interessante e divertente e visitare una mostra che unisce arte e musica grazie ad un filo rosso che va “dall’astrattismo spirituale di Wassily Kandinsky al silenzio illuminato di John Cage”. Il percorso espositivo proposto dalla fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia è ciò che fa per voi.
Kandinshy e Cage. Musica e spiritualità nell’arte
Sui siti ufficiali la mostra viene presentata così:
“A partire dalla fine dell’Ottocento, e poi fino ai giorni nostri, anticipa la curatrice dell’esposizione Martina Mazzotta, si può individuare un filo rosso che pone la musica in connessione con gli sviluppi dell’arte moderna e contemporanea. Non vi è artista che non si sia confrontato, con l’immaterialità dell’arte-sorella, con la sua sovrana indipendenza dal mondo del visibile e dalle finalità riproduttive. Sintomi dell’invecchiamento dell’arte, diceva il filosofo Adorno, sono l’individualismo e il razionalismo sempre più esasperati. Alla musica, allora, va il ruolo di restituire all’arte il suo compito più nobile e antico, quello di divenire sede di idee universali. Negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, soprattutto in ambito germanico, il culto di Goethe, il wagnerismo, le indagini in campo filosofico e scientifico riflettono l’esigenza di una aspirazione all’armonia dell’individuo con il tutto, di una spiritualizzazione del lavoro artistico che produce un forte impatto sulle arti figurative, favorendo il ricorso al modello della musica”.
Dalle parole della curatrice avrete già capito che tutta la mostra è un dialogo tra arte e musica.
Le parole chiave della mostra sono: suono, colore, danza ed emozioni
Sono proprio le emozioni a rendere questa mostra accessibile anche ai più piccoli.
Gli esperti di arte e musica potranno osservare opere di Max Klinger, Paul Klee, Arnold Schönberg, Constantin Čiurlionis, Marianne Werefkin, Oskar Fischinger, Fausto Melotti, Nicolas De Staël, Giulio Turcato, Robert Rauschenberg.
In un percorso che mostra come arte e musica si contaminino, s’incontrino e dialoghino tra loro vi troverete a contatto con molteplici tipi d’arte dalla pittura, alla scultura, al cinema passando da musica e danza
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Perché mi è piaciuta soprattutto con i bambini?
Personalmente ho visto la mostra tre volte: con la mia bambina, con le mie quarte elementari e da sola esattamente in quest’ordine per un motivo ben preciso.
Con la mia principessa la mostra scorre veloce e il percorso lo decide lei raccontandoti le storie su ciò che vede. Lì ho scoperto che il percorso contiene molti più linguaggi di quelli presentati “ufficialmente”.
Ci sono presentazioni in CAA, cartoni animati,un quadro tattile a portata di bambino che mostra come anche i non vedenti possano far esperienza artistica di un quadro e permette di fare questa esperienza interessantissima. Infine ci sono le musiche che accompagnano le stanze e già da sole raccontano storie a chi le sa ascoltare.
Con le mie classi il percorso si è concentrato sulle emozioni. A parte Kandinsky, di cui avevamo già parlato in classe e di cui hanno potuto osservare una cinquantina di opere, non conoscevano nessun artista in mostra, ma non hanno trovato difficoltà nell’esporre che cosa volesse dire un quadro, o che sentimenti esprimesse una musica e tutti, anche i più reticenti alle esperienze museali, si sono sentiti coinvolti e hanno mantenuto viva l’attenzione per tutto il percorso.
Ed infine ci sono andata da sola, da adulta che ormai sapeva di cosa si parlava, ma che ha voluto sperimentare sulla sua pelle le sensazioni, le emozioni, i ricordi e a volte anche i fastidi che queste opere d’arte che s’intrecciano e diventano quasi incomprensibili possono suscitare
Risultato finale?
Sono qui a consigliarlo a tutti: a chi ama arte e musica, a chi non ama i musei o a chi vuol soltanto passare un pomeriggio diverso perché ciò che vedrete, udirete o semplicemente la misteriosa camera del silenzio vi susciteranno emozioni e opinioni interessanti da condividere con chi vi sta vicino o se volete con me?
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