Lo Stralisco è un romanzo scritto da Roberto Piumini che tratta temi importanti come la forza dell’immaginazione e del racconto e la ciclicità della vita.
Insieme ai ragazzi di quarta elementare abbiamo letto il libro in classe, creato dei lapbook e poi intervistato lo scrittore sul significato del libro (come ho raccontato qui)
Se siete curiosi di saperne di più trovate qui di seguito il racconto di questa bella esperienza!
Lo Stralisco: quando l’arte si tinge di narrazione
“Viveva nella città turca di Malatya un pittore di nome Sakumat, non giovane ma nemmeno anziano: aveva l’età in cui gli uomini saggi sanno stare in amicizia con se stessi, senza perdere quella degli altri.”
Proprio questo pittore un giorno riceve la richiesta di recarsi nella terra di Nactumal, in Turchia, presso il palazzo del burban Ganuan il cui figlio Madurer è affetto da una rara malattia che non gli permette di uscire dalle sue stanze o di guardare fuori dalla finestra.
Compito di Sakumat sarà quello di dipingere i muri delle stanze del bambino per mostrargli che cosa c’è oltre il castello e rendere più piacevole le sue giornate.
Ma quando un pittore e un bambino s’incontrano l’immaginazione svalica i confini del progetto e grazie all’arte, alla narrazione e alla fantasia i muri prendono vita.
Le immagini si trasformano: i prati che crescono con semplici tocchi di pennello, alberi che cambiano colore attraverso la sovrapposizione delle pennellate e navi che si avvicinano e si allontano grazie ad un gioco di prospettive,…
La ciclicità delle stagioni, delle azioni, della vita diventano quindi il tema principale di questa pittura che non ha mai fine fino al giorno in cui,…
Come nasce questo romanzo?
Intervistano Roberto Piumini abbiamo scoperto che l’ispirazione per questo libro nasce nel momento in cui suo figlio Michele, allora molto piccolo, lo interroga sul significato della morte.
Immaginatevi questo padre, intento a lavare i piatti, che sente suo figlio avvicinarsi e dire: “Papà ho una domanda per te! Ma anch’io tra molti, molti, molti,…. anni morirò?”
Ammettiamolo quello è il momento critico in cui tutti noi genitori vorremmo un piano B, una porta di uscita in cui almeno trovare la risposta giusta.
Quella porta purtroppo non c’è mai quindi, anche in quel caso, lo scrittore ha ascoltato la domanda facendo del suo meglio per trovare una risposta che soddisfacesse la curiosità del bambino. Ha scelto di spiegare al bambino la ciclicità della vita, il fatto che tutti nasciamo, diventiamo grandi e poi moriamo lasciando il posto a nuovi nascituri.
Anni dopo però, proprio ripensando a quell’evento, ha trovato l’ispirazione per raccontare la ciclicità della vita attraverso l’arte e la fantasia di due personaggi dal cuore bambino.
A chi si rivolge questo libro?
La prima volta che è stato pubblicato l’editore lo aveva battezzato come un libro per ragazzi dai 9 anni in poi elementare alla terza media circa; nella seconda edizione lo aveva presentato come romanzo rivolto ad un pubblico adulto, come mai?
Penso che ciò sia dovuto ai vari livelli di lettura a cui questo testo si presta.
E’ sicuramente un libro molto carico di significato che, a mio parere può essere capito già dai 9 anni e diventa sempre di più intenso man mano che cresce l’età del lettore e il suo vissuto.
Può un libro noioso diventare un appassionante Lapbook?
Nella mia classe l’ha portato a scuola un bambino dicendo:
“ Maestra, ho letto questo libro, ma è un po’ difficile e non mi è piaciuto… tu cosa ne pensi?”
Avevamo appena iniziato a leggere il libro che ho poi completato con l’altra classe “ Ciao tu”, ma la sfida proposta mi è piaciuta moltissimo: può un libro che ad una prima lettura annoia diventare una storia appassionante?
Abbiamo scelto di leggere il libro in classe, un pezzettino alla volta ed ogni volta che arrivavamo ad un punto significativo ci fermavamo per realizzare un disegno, un template o una frase riassuntiva che ci permettesse di riflettere e focalizzare meglio ciò che raccontava la storia.
Ci siamo soffermati sui personaggi, su come poteva risultare il paesaggio disegnato da Sakumat sulla parete, su quali tecniche si potevano utilizzare per mostrare l’erba che cresce piano piano o su come ci aspettavamo che finisse la storia ( prima di leggerla)
Così sono nati i nostri lapbook, fatti da gruppi che cambiavano i componenti continuamente poiché, leggendo il libro una volta a settimana il progetto è durato a lungo e nel frattempo i posti intorno ai tavoli che usiamo come banchi, cambiavano. Ogni progetto porta la firma di sette/ otto bambini.
Finito il libro, abbiamo completato il lapbook con una frase che riassumesse per noi il significato di tutto il racconto, poi siamo tornati alla domanda iniziale:
Può un libro noioso diventare interessante?
Sembra proprio di sì, dato l’impegno che tutta la classe ha riposto nel progetto e il numero di volte in cui mi è stato chiesto: “Andiamo avanti con la storia anche se non è il giorno di Piumini?”.
Spesso noi adulti nel proporre un libro ai bambini puntiamo verso storie semplici che possano leggere anche da soli. Ritengo invece che sia importante puntare al loro sviluppo prossimale e proporre libri che pur necessitando di un filtro da parte di un adulto ( una lettura animata, una spiegazione aggiuntiva o la suddivisione del testo in parti)possano insegnare molte cose a tutti i bambini della classe.
La difficoltà del testo, l’impegno e la soddisfazione di sentirsi dire dallo scrittore stesso che avevano creato qualcosa di bello su un testo difficile ha dato ai bambini uno stimolo importante verso la scrittura e la lettura di altri testi e ovviamente un nuovo progetto, proposto da loro, ha già avuto inizio…
Voi avete letto questo libro? A che età? Che cosa ne pensate?
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