Quando ho scorto per la prima volta, in mezzo ad altri libri, l’infilatrice di lacrime mi ha colpito la delicatezza di questa copertina bianca in cui troviamo brevi cenni di color pastello e un disegno in bianco e nero che ha bisogno di qualche istante per essere letto nella sua interezza
Ala prima frettolosa lettura mi ha fatto pensare al libro “Il buco” che trovate qui, ma è stato solo osservando bene le immagini e mettendole in relazione con le parole che ho capito che avevo davanti un libro che parlando di solitudine e sofferenze crea un delicato inno alla vita che parla di tutti noi dall’infanzia all’anzianità e ci trasmette una forte carica vitale
L’infilatrice di lacrime
Le cercava dovunque
E ne trovava dappertutto.
Le raccoglieva a mani nude, con cura.
E le infilava una ad una.
Inizia così quest’albo illustrato che ci mostra il viaggio di quest’infilatrice, forse la bambina in copertina di cui non vediamo il volto, attraverso lacrime di foglie per il tempo trascorso che non tornerà o quelle di cristalli per le parole di conforto non ricevute.
Lacrime di petali di fiore per il primo amore o di resina per gli alberi abbattuti.
Con parole e immagini molto metaforiche questo libro ci accompagna attraverso le piccole grandi sofferenze della vita, nella creazione di una collana che racconta di sofferenza, delusione, sfruttamento del territorio.
Quando ne aveva infilate abbastanza,
mettendole accanto una all’altra
in un’armonia di forme e colori,
annodava il filo e lo indossava al collo.
Lasciando sul cammino altre lacrime che potesse raccogliere chi veniva dopo di lei: le lacrime di gioia
A chi lo consiglio?
Lo consiglio dagli 8 anni in poi soprattutto per una lettura condivisa.
È un libro molto evocativo che può tranquillamente essere fruito in autonomia ma che mostra il suo potenziale migliore nello stimolare confronti e conversazioni in gruppo.
Parlare della sofferenza è sempre più difficile e sfuggente poiché ci siamo imposti che la cosa giusta sia essere sempre belli, giovani e felici. In realtà abbiamo un grandissimo bisogno di queste storie che parlano di quel lato di noi di cui noi stessi fatichiamo a parlare e che ci incoraggiano ad andare avanti e trovare dopo tante lacrime di sofferenza… quella del sorriso
Parlare della sofferenza è sempre più difficile e sfuggente poiché ci siamo imposti che la cosa giusta sia essere sempre belli, giovani e felici. In realtà abbiamo un grandissimo bisogno di queste storie che parlano di quel lato di noi di cui noi stessi fatichiamo a parlare e che ci incoraggiano ad andare avanti e trovare dopo tante lacrime di sofferenza… quella del sorriso
L’infilatrice di lacrime e la sua storia avvolta nella nebbia
È sfuggente l’infilatrice di lacrime, nel suo percorso incontriamo tanti visi di anziani, giovani, bambini, ma lei, seppur ritratta tre volte non ci mostra mai il suo volto
I motivi di questa scelta dovrebbero essere chiesti all’illustratrice, ma tra le tante riflessioni che ho raccolto su questo libro quello che più mi ha colpito è stata questa:
“Non puoi vedere la faccia dell’infilatrice perché la sua faccia cambia ogni volta che raccoglie una lacrima e diventa quella di chi quella lacrima l’ha pianta”
(Riccardo 10 anni)
Mi è piaciuta tantissimo questa definizione poiché le immagini sembrano davvero fomentare questa idea. Molte lacrime hanno viso umano e sono visi diversi tra loro sotto tutti gli aspetti, a riunirli però è quel mare che sembra muoversi sulle spalle dell’infilatrice e quelle piante dalle molteplici piccole foglioline che sembrano congiungerla con il terreno e darle solidità
L’elegante tratto realistico, le tinte simboliche e la grande espressività simbolica di queste immagini oniriche si fonde con la poesia del testo per portarci in un mondo che ci mostra la naturalità del dolore, ma anche come questo possa trasformarsi in gioia
Titolo: L’infilatrice di lacrime
Autore: Franca Perini
Illustratore: Anna Pedron
Albo vincitore dell’ XI Premio internazionale Compostela per Albi illustrati
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