Oggi vi presento il libro Un caso qualunque di Salvo di Caro,uno dei libri di cui vi ho parlato durante il caffè letterario al Centro il Riccio. Lo potremmo inserire nel genere libri gialli o polizieschi, ma contiene tra le righe messaggi importanti, cenni storici e geografici e ricette appetitose per conoscere meglio la Sicilia e il senso di riscatto che anima chi tutti i giorni lotta contro le difficoltà di questa terra attraverso il suo lavoro e il suo essere “un caso qualunque”
Un caso qualunque per il maresciallo Antonino Pilato
Naro è una piccola cittadina siciliana in cui non capita molto. Lo sa bene Antonino Pilato il protagonista di questa storia.
Non avrebbe voluto fare il Carabiniere, ma suo padre gli aveva sempre detto che uno stipendio fisso era sempre meglio che restare ad elemosinare un lavoro in paese
E infatti Antonino è maresciallo dell’arma dei carabinieri ed ogni giorno si reca nel suo ufficio dalla cui finestra osserva il bar del paese dove si incontrano i compaesani e dove non succede mai nulla di cui preoccuparsi troppo.
Naro, profondo sud, glorioso borgo di un passato che non c’era più, era lì che era nato e aveva vissuto la sua infanzia ed era da lì che era partito per un concorso nell’Arma vinto grazie all’intercessione dell’onorevole Cannino, padrone pure delle foglie di quel paese.
La Sicilia del maresciallo all’inizio sembra una terra in cui la vita scorre lenta e quasi noiosa:
Il “caso” più impegnativo del momento, quello che occupava gran parte della sua giornata, era la ristrutturazione della casa dei genitori, ci lavorava da due anni, con il suo stipendio una moglie precaria e due figli, certo non era facile mettere soldi da parte
Ma dopo poche pagine scopriamo che in realtà Naro nasconde molti più segreti di quello che sembra. È una Sicilia martoriata quella descritta attraverso azioni che sembrano normali, ma non lo sono: come il dover pagare un “supplemento” per avere l’acqua o lo sfruttamento dei migranti in un racket che cattura l’attenzione del maresciallo.
Il maresciallo e i suoi colleghi sono uomini qualunque che decidono però di far la loro parte per cambiare le cose, per porre rimedio a ciò di cui molti si lamentano, ma subiscono impassibili.
Ad intervallare il racconto delle indagini in caserma ci sono delle lettere appassionate scritte da una donna che non ci viene presentata e che in questa corrispondenza a senso unico, che sembra un diario segreto, racconta il suo amore impossibile o forse… molto di più.
Il racconto scorre veloce e appassionante, tra ricette siciliane, lettere e indagini finché un colpo di scena non inizierà a far capire quale sia il bandolo della matassa.
Perché leggere questo libro?
Prima di scrivere questa recensione, ho presentato il libro in diversi contesti per capire quale fosse l’opinione delle persone in merito. In un mondo il cui il lunedì sera guardiamo Montalbano in televisione e Netflix è piena di serie poliziesche e gialli ambientati in diverse epoche perché dovremmo soffermarci a leggere questo libro?
La risposta è semplice: perché ha dentro di sé messaggi che toccano le corde di ognuno di noi in modo non scontato e molto interessante.
Lo scrittore ci accompagna in un viaggio in cui possiamo osservare ed assaporare la sua Sicilia
Se all’inizio siamo catapultati in questo borgo desolato la cui realtà forse è molto distante da quella di alcuni di noi, pian piano nelle riflessioni del maresciallo iniziamo a ritrovarci, ci sentiamo in mezzo all’indagine con lui e capiamo che sta parlando a tutti noi persone qualunque che possiamo fare la differenza ogni giorno con il nostro lavoro, il nostro guardare senza distogliere lo sguardo e la voglia di cambiare ciò che non ci piace senza soffermarci solo a lamentele sterili.
Se da un lato capiamo quanto lo scrittore sia attaccato alla sua Sicilia e sia fiero della sua terra, dall’altro non mancano riflessioni critiche e riflessioni non sempre positive. Ognuno di noi infondo, se ci riflette bene, vede pro e contro del territorio che ama, ma la cosa più importante è che dopo tutte le riflessioni, i confronti con i saggi del paese e la fine delle indagini il maresciallo ha molto chiaro che:
Doveva andare avanti, lo doveva a Giulia, a Davide ed Alessia. Lo doveva ai suoi uomini e a chi ancora credeva in una Sicilia migliore. Lo doveva soprattutto a sé stesso.
A chi lo consiglio?
Lo consiglio a chi ama i gialli e i racconti polizieschi, ma soprattutto a chi vuole un libro da leggere tutto d’un fiato che non permette pause perché la trama si snoda in modo avvincente tra continui colpi di scena e nuovi indizi che conducono alla risoluzione.
Lo consiglio inoltre a chi vuole leggere un libro che racchiuda messaggi di speranza, di tenacia, di voglia di fare la differenza senza bisogno di essere eroi e a chi vuole un racconto che lo faccia riflettere.
Infine, avendole provate, lo consiglio a chi vuole cimentarsi nella cultura siciliana attraverso le parole… e i suoi deliziosi piatti!
Dove trovare il libro?
Il libro “Un caso qualunque “si può acquistare sul sito Bookabook in una campagna di crowdfunding che vi permette di scegliere tra la copia cartacea o l’ebook
Voglio precisare per chiarezza che non ho interessi economici nel proporvi questo libro e questo scrittore, ma come sempre quando creo i miei percorsi letterari cerco libri di qualità da proporre e personalmente ritengo che questo lo sia.
La campagna scadrà a fine aprile poi non so dove e se potrete reperire il libro quindi se volete saperne di più cliccate qui
Se cercate altri libri tra quelli presentati durante il caffè letterario Cliccate Qui
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