…perché la felicità è un gioco da bambini!
È da tanto tempo che voglio scrivere di questo libro, ma ogni volta che lo propongo i bambini tirano fuori nuovi interessanti spunti e io riparto da capo. Iniziamo dicendo che questo è un libro adatto ad una lettura autonoma dagli 8 anni in poi (soprattutto per la lunghezza), ma che può essere letto a puntate già dai 6 anni.
La storia rappresenta un viaggio d’iniziazione che porta il bambino a crescere e diventare più consapevole delle diversità che lo circondano e di come proprio queste diversità rendano ognuno di noi speciale.
L’amicizia in un arcobaleno… perché la felicità è un gioco da bambini!
Questa storia parla di un bambino di nome Martino, proprio un bambino come te, che un giorno speciale si trovò a vivere un’esperienza fantastica.
Sei pronto a seguirlo? Allora allaccia le cinture di sicurezza perché l’avventura sta per iniziare!
Così inizia la storia di un bambino di nome Martino che vive felice in una casetta in montagna con il nonno e il gatto Gustavo. Un giorno il nonno gli regala una misteriosa chiave senza dirgli a cosa può servire.
Martino la conserva gelosamente ma, portandola sempre con sé una sera si accorge di averla persa e, il mattino successivo Gustavo esce di buon’ora per andare a cercare il tesoro del mattino.
Quando il bambino si sveglia, non trovando né la chiave né il gatto, non ha altra scelta se non quella di andare a cercare entrambi iniziando così un’avventura che gli farà conoscere animali speciali che aumenteranno la sua consapevolezza sulle diversità che caratterizzano ognuno di noi e su quanto sia importante conoscere la propria poiché è ciò che ci rende speciale.
Sfondo di questo viaggio è l’arcobaleno, il bambino passa da un colore all’altro incontrando per ogni colore un paesaggio ed un personaggio differente sempre alla ricerca del suo più grande amico, fino a quando…
Una storia d’amicizia per sognare e imparare a scrivere storie fantastiche
Come avrete già capito dalla citazione iniziale Veronica Spataro si rifà al modello Collodiano che vede l’autore dialogare direttamente con il lettore, ciò lo troviamo in diversi punti del libro.
Per i più piccoli questo richiamo all’azione (che oggigiorno ben conoscono grazie ai cartoni animati) è uno stimolo per l’attenzione poiché vogliono rispondere a ciò che l’autrice chiede come se fosse presente e potesse ascoltarli.
La struttura della storia, semplice e lineare che procede per situazioni e incontri che iniziano e finiscono in modo chiaro si presta ad una lettura a puntate e anche ad essere poi riprodotta per un testo collettivo.
Alcune attività da fare in classe
Tra le varie attività proposte ai bambini quella più interessante è stata proposta a delle seconde e terze elementari.
L’obiettivo scolastico era quello di lavorare sul testo fantastico in modo collettivo insegnando ai bambini che la fantasia nasce sempre dalla conoscenza, dalle proprie esperienze e dalla loro rielaborazione in modo originale e creativo.
Per prima cosa ho suddiviso il testo in parti facendo attenzione che ogni colore dell’arcobaleno avesse una sequenza a lui dedicata.
Ogni giorno ne leggevo una parte e insieme a loro analizzavo i particolari presenti, davo qualche informazione sul perché la scrittrice avesse scelto quel particolare e individuavo con loro le parti su cui potevamo lavorare.
Ecco due esempi del lavoro svolto:
Prima parte: introduzione e presentazione dei personaggi
La prima sequenza analizzata andava da pag. 1 a pag. 5 e racchiudeva l’introduzione, la presentazione dei personaggi, la perdita della chiave e l’arrivo all’arcobaleno:
Gli spunti dei bambini sono stati tantissimi, ma quelli che tornavano più frequentemente sono:
“Perché vive con il nonno e non con i suoi genitori? Dove sono andati?”
La risposta ce l’ha data direttamente l’autrice. La scelta del nonno come adulto è un omaggio a suo nonno figura per lei molto importante e significativa. Il nonno nella storia è colui che dà al bambino la possibilità di crescere (attraverso la chiave), lo lascia libero di provare e lo aspetta al ritorno felice e fiero di lui
“Bambini lei ha scelto il nonno per questa parte della storia, voi chi scegliereste?” e qui inizia il primo interessantissimo dibattito.
“Perché il nonno gli dà una chiave?”
Noi adulti conosciamo il significato simbolico della chiave ed è molto importante che accompagnamo i bambini alla scoperta di questo oggetto “magico”
Solitamente dopo un primo brainstorming su cosa sia per loro la chiave passiamo alla scoperta di due chiavi molto speciali e originali.
- La chiave del giardino segreto (da Il giardino segreto di Burnett) che apre un luogo reale;
- La chiave del silent book La porta (che trovate qui) che apre mondi altri
Dopo esserci confrontati su questi punti (e su altri che di volta in volta i bambini fanno emergere) a coppie provano a scrivere l’inizio di una loro storia in cui c’è un personaggio, un animale aiutante, un adulto speciale e… una chiave
Martino entra nell’arcobaleno e incontra… il rosso
“Mano a Mano che correva si accorse che tutto lì era Rosso…
È in questo mondo tutto rosso che Martino attraversa un bosco ed incontra un ragnetto che zoppica, ma non vuole chiedere aiuto nonostante fatichi a creare la sua tela.
Dopo averlo letto per prima cosa ci soffermiamo sull’ambiente. Tutto è rosso in questo bosco, ma a noi il rosso che cosa ricorda? Quale ambientazione può essere rossa?
Molto interessante è ad esempio andare a cercare immagini di luoghi rossi (come le montagne rosse del Canyon) e approfondire geograficamente dove questi si trovino, perché sono rossi, … (ampliando così le conoscenze geografiche dei bambini)
Dalla geografia si passa poi alle scienze e si va a conoscere il ragno con le sue caratteristiche e peculiarità ed infine i bambini autonomamente cercano animali che possano sopravvivere in “ambienti rossi”
Alla fine si riprende la prima parte della storia creata in gruppo e si continua facendo entrare il protagonista nell’arcobaleno in un ambiente rosso.
Il lavoro continua così fino alla conclusione del racconto. A quel punto i bambini rileggono il testo scritto a pezzi, poi ne leggiamo uno alla volta e diamo consigli ad ogni gruppo su cosa con va e su come migliorare.
Alla fine il gruppo revisiona il testo e lo presenta alla classe.
Hai detto che il testo parla di diversità, ma come entra la diversità in questo lavoro?
È sicuramente vero che il testo si presta ad un’analisi delle diversità, dell’unicità che ci rende speciali e delle difficoltà che si possono incontrare, ma negli anni mi sono accorta che lavorare direttamente con i bambini su questi argomenti sfocia presto in sermoni e insegnamenti che difficilmente colgono nel segno.
La diversità è presente nel libro, se ne parla e i bambini lo colgono, ma ognuno di loro lo coglie in modo diverso e lo vive in modo differente quindi non ci può essere uno schema fisso da proporvi.
Ascoltateli, fateli parlare e rispondete alle loro domande senza fare “lezione di diversità” e vi posso assicurare che il messaggio arriverà dritto al cuore e il testo vi racconterà consapevolezze e paure dei vostri alunni.
TITOLO: L’amicizia in un arcobaleno… perché la felicità è un gioco da bambini!
AUTORE: Veronica Spataro
ILLUSTRATORI: Maria Laura Farris
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