Il mio incontro con Leo Lionni è avvenuto proprio grazie a Federico, questo topolino poeta che si prepara all’inverno con provviste speciali e che mostra a grandi e piccini come oltre al cibo e ad una casa calda serva qualcosa in più per superare i momenti bui
Immergiamoci nella storia e poi scopriamo insieme quali sono stati i diversi percorsi che bambini e ragazzi mi hanno suggerito ispirati da questa storia
Perché non lavori Federico?
“Lungo il prato, dove un tempo pascolavano le mucche, c’era un vecchio muro. Fra le pietre del muro, vicino al granaio, cinque allegri topi di campagna avevano costruito la loro casa.
Ma da quando i contadini avevano abbandonato la fattoria, il granaio era rimasto vuoto. L’inverno si avvicinava e i topolini dovettero pensare alle scorte. Giorno e notte si davano da fare a raccogliere noci e grano, fieno e bacche. Lavoravano tutti.
Tutti tranne Federico“
Chi è dunque questo topino che non si preoccupa delle provviste e non aiuta i fratelli? Che cosa sta facendo?
Il suo starsene fermo con il naso per aria non Passa certo inosservato e più volte e più volte gli viene chiesto: – Federico, perché non lavori?
Ma le sue risposte, sempre pronte e puntuali risultano strane alle orecchie di chi sta faticando con l’unico obiettivo di raccogliere provviste per non morir di fame
-Come, non lavoro, – rispose Federico un po’ offeso – Sto raccogliendo i raggi del sole per i gelidi giorni d’inverno
A questa risposta ne seguono altre che affermano di star mettendo da parte parole, suoni, colori, …
L’inverno giunge e i topolini si chiudono nella tana, all’inizio festeggiano e raccontano storie, ma ben presto le giornate si fanno grigie e monotone e il morale inizia a rattristarsi.
È proprio allora che si ricordano delle provviste di Federico e lo esortano a mostrargliele e lui li conduce in un mondo si colori, di sensazioni e di parole
Chi fa la neve, il prato, il ruscello?
Chi fa il tempo brutto oppure bello?
Chi dà il colore alle rose e alle viole?
Quattro topini azzurri di pelo,
che stanno lassù a guardarci dal cielo.
Uno fa il sole e l’aria leggera
e si chiama topino di Primavera.
Bouquets profumati… serenate,
ce li regala il topino dell’Estate.
Il topino d’Autunno fa scialli e ricami
con foglie dorate strappate dai rami.
Il topino d’Inverno, purtroppo si sa,
ci dà questa fame… e il freddo che fa.
Le stagioni sono quattro. Ma a volte vorrei
Che fossero sette, o cinque, o sei.
E dopo queste parole…
Un libro poetico firmato Leo Lionni
Questo albo raffinato scritto e illustrato da Leo Lionni, designer, grafico, art director, pittore, scultore, illustratore e autore di innumerevoli e pluripremiati libri per bambini ci riporta al nostro discorso sulle parole e sulla poesia per bambini
In questo libro l’elemento poetico è sempre presente, così come un’aura di grazia, pulizia, semplicità che mostrano al bambino come la poesia possa essere gioco, fantasia, sensazione
Federico è una storia che rifugge da ogni morale ma che crea un mondo di valori come la condivisione, la collaborazione, l’unicità e l’importanza di ognuno di noi
È anche un percorso che porta il bambino fin dai 3 anni a scoprire il valore della parola, del linguaggio poetico che lo avvolge e lo cattura anche se forse, ad auna prima lettura sono più i suoni e le sensazioni che Federico trasmette a colpirlo più che le singole parole
Quelle vengono dopo, come spesso accade nella poesia, e aprono un nuovo mondo in cui se ben accompagnato il bambino come Federico imparerà ad essere dentro la poesia (di poesia per bambini parliamo qui)
Federico incontra Esopo
Per scrivere questa storia Leo Lionni si è ispirato ad un racconto breve la cui origine risale all’autore greco Esopo (VI sec. a.C.), La Cicala e la Formica, ma al tempo stesso a questa storia fornisce una risposta andando oltre ed esplicitando ciò che in Esopo era soltanto accennato
Federico ci suggerisce che in tempi duri e difficili sarà solo il sognare tempi migliori che ci ridonerà il sorriso e ci ridarà la forza di tirare avanti
Ci invita inoltre a posare lo sguardo su ciò che veramente conta. Per non dimenticarsi di coltivare la propria anima e di dare ascolto alle proprie emozioni.
Quando le illustrazioni illuminano e allargano la storia
In Leo Lionni le immagini sono parte integrante della storia e a volte diventano la storia stessa.
In questa favola i colori delle illustrazioni permettono ai topini (e a i bambini) di rivedere davvero quei colori che spezzano il grigio dell’immagine e che ci fanno rivivere il calore del sole
Al grigio deprimente che contorna il lavoro dei topolini e la loro preoccupazione per il futuro si sostituiscono via via colori caldi e luminosi che Federico richiama alla memoria riportando nell’immaginario di tutto un mondo felice
Il cambiamento cromatico persuade il bambino ancor più delle parole, della forza del linguaggio e della fantasia che esso suscita e del potere che il dominare le parole può creare nella vita che ci circonda
Per concludere vi lascio questa riflessione di Bettelheim, che dopo aver parlato della favola di Federico conclude dicendo:
“Diventa chiaro come i sogni di un poeta e di un sognatore possano avere sulla nostra depressione un effetto più benefico dii qualunque altro balsamo
Una storia tanti percorsi
La favola di Federico si presta a tantissimi percorsi sia nella scuola dell’infanzia sia alla primaria
Vi lascerò qui qualche spunto che spero possa essere una miccia per nuovi viaggi. Sono tutte idee suggerite dai bambini e sviluppate in entrambi i gradi di scuola ovviamente declinandole alle scelte, agli interessi e alle capacità del gruppo
La parola poetica
Abbiamo lungamente argomentato come questa favola introduca il potere della parola, in particolare la parola poetica e suggestiva. Qui non mi ci soffermo, ma potete trovare molti spunti operativi e bibliografici QUI
Le stagioni
Le prime cose che colpiscono i bambini sono: che Federico non fa nulla e la sua poesia finale.
Soffermandoci ora sulla poesia finale è interessante notare come ci suggerisca un percorso sulle stagioni diverso dal solito
Invece del solito albero che si veste e si spoglia che i bambini hanno già incontrato quasi certamente o incontreranno comunque successivamente può essere interessante lavorare su che forma possono avere le stagioni. Per Federico sono topini e per noi?
Se poi vogliamo approfondire l’argomento e lavorare anche sul concetto di prima e dopo possiamo soffermarci sulle singole stagioni e aiutandoci con immagini ad esempio del fantastico libro Prima / dopo che trovate qui parlare di cambiamento, di tempo che scorre e magari trovare parole speciali per ognuna delle stagioni in modo che la nostra descrizione non sia sempre autunno foglie gialle, primavera fiori, ma ad esempio
“Che la primavera è soffice e rosa come un mushmellow, mentre l’autunno è duro e spigoloso come lo stecchino per gli spiedini” Maria 4 anni
Altri percorsi narrativi sulla nozione di tempo e di stagioni li trovate QUI
La collaborazione: chi fa cosa?
Come dicevamo alcuni bambini sono colpiti dal fatto che Federico nel suo lavoro è immobile. Ciò mi ha suscitato l’idea di un gioco dai 5 anni in poi
A gruppi si chiede ai bambini di costruire una cosa, ma solo ad uno si dà la possibilità di poter accedere al colore
La scelta è casuale e i bambini non sanno che cosa dovrà fare il compagno. Si crea il progetto e mentre il gruppo costruisce l’oggetto scelto, il compagno, in una parte diversa della stanza colora il progetto creando immagini e forme sul progetto.
Alla fine si chiede ai bambini se hanno finito e se sono soddisfatti. Dopo pochi minuti c’è sempre qualcuno che afferma che però il cartone è brutto e andrebbe colorato ed ecco spuntare il progetto colorato.
Le reazioni sono le più disparate, ma sono sempre di grande stima.
Vi invito a fare questo gioco prendendo come pittore quei bambini che di solito sono un po’ esclusi, emarginati o sottovalutati… le riflessioni che escono concluso il lavoro sono davvero incredibili
TITOLO: Federico
Auotre e illustratore: Leo lionni
In biblioteca potete trovare questa storia anche all’interno del libro
Le favole di Federico
anno di pubblicazione 1998
Add Comment