“Nel cortile della nostra scuola, dietro la palestra, c’è una buca. Noi la chiamiamo la Buca”
Inizia così questo albo illustrato che ci pone di fronte a ciò che eravamo da bambini e ciò che siamo da adulti facendoci scoprire che forse quando diventiamo genitori o educatori dimentichiamo una forza vitale dell’infanzia: la voglia di giocare, scoprire e…rischiare
La Buca: storia di natura, di giochi… e di adulti
Come avete visto nella presentazione questo libro parla di una classe, probabilmente di scuola primaria, che gioca in cortile dentro ad una grande buca in cui il massimo del divertimento diventa una grande radice.
“Lì si può giocare a qualsiasi cosa: a mamma orsa, a campana, a nascondersi, al negozio… a tutto!”
Sembrerebbe una storia felice, di giochi e risate se non ci fossero loro: i grandi.
“I grandi odiano la Buca. Dicono che non ci dobbiamo giocare, perché si può morire. “O come minimo cadere e farsi male” dice Eva
“Una volta io sono caduta e mi sono fatta male “dico io” Però non ero nella Buca ma ero nella stanza dei cuscini e Hannes ha fatto un salto dalla spalliera ed è atterrato su di me invece che sul tappetone”
Eva non risponde. Stringe le labbra e si gira dall’altra parte. “La Buca è comunque pericolosa” borbotta
I grandi le provano tutte per allontanare i bambini dalla Buca fino a quando un incidente, avvenuto in realtà sulle scale per entrare a scuola, non dà loro l’occasione per proibire la Buca.
Inizia così un compulsivo tentativo di dare ai bambini un’alternativa a quel luogo: altalene, palloni, ma persino il bordo della Buca è più divertente di quei giochi strutturati.
Ultimo tentativo? Riempire la Buca
Ma può davvero l’uomo incasellare definitivamente la natura e la fantasia dei bambini?
Ci stiamo dimenticando il diritto al gioco?
Questo albo illustrato reclama a gran voce il diritto al gioco, alla selvatichezza, a quei momenti magici in cui i bambini si impossessano del mondo e lo rendono speciale con la loro fantasia senza bisogno di adulti che gliela strutturino attraverso giochi preconfezionati.
I rimbrotti di questi adulti che suppongo essere insegnanti, ma che la scrittrice chiama sempre per nome senza aggiungere nessuna qualifica poiché in loro si identifica il mondo adulto, assomigliano tanto ai nostri: non correre, non ti sporcare, non saltare, …
Da mamma ansia quale sono non fatico a capire il sentimento che fa nascere tutto questo, ma penso anche che il primo compito di un genitore sia lasciar sperimentare il figlio, mostrargli la strada, ma poi lasciarlo libero di sperimentare come del resto facevamo noi alla loro età.
Nella mia scuola dell’infanzia c’era un albero basso su cui anche i più paurosi, come me, si arrampicavano per costruirsi la tana con le maestre che quando c’era da rientrare in sezione venivano direttamente lì a chiamarci, se succedesse ora non voglio pensare che fine farebbe la testa di quella povera insegnante.
Non sono una di quelle che dice: “Ai miei tempi…” anzi è ormai scientificamente provato che chi come me è sopravvissuto agli anni 80 è un super eroe però mi chiedo:
Qual è il prezzo di tutta questa sicurezza?
Sicuramente una forte riduzione delle autonomie, questo è ormai evidente, ma c’è molto di più e lascio a voi completare questa risposta.
Un libro che viene dal nord
La giuria del Premio August ha premiato questo libro perché: “Un vitale inno al gioco libero, che trascende le preoccupazioni sulla sicurezza e le sabbiere omologate. Con umorismo comico e un incredibile uso delle immagini, la AdBåge dimostra che la fantasia germoglia nel non sorvegliato, nel selvaggio. Nessun libro sulla grigia vita scolastica è mai stato così colorato!”
Emma Adbage è un’illustratrice e scrittrice svedese e ce lo mostra subito sia in questo cielo bianco che molto ricorda i paesi nordici sia nella sua concezione di infanzia che comunque può scegliere e trovare sempre un contatto con la natura che è un elemento tipico di questa letteratura che subito ci riporta alle storie di Astrid Lindgreen che ci hanno portato in questo mondo per la prima volta.
Il suo stile narrativo disadorno ed essenziale ci mostra però personaggi autentici. I suoi bambini non presentano caratteristiche di genere definite e sono caratterizzati in modo molto personale soprattutto attraverso l’illustrazione e l’espressione del loro punto di vista.
Molto del pensiero dell’autrice è affidato alla parte iconica che dialoga con la parte scritta e ne mostra emozioni e sentimenti creando un legame ancora più empatico con i personaggi
A chi lo consiglio?
Lo consiglio a tutti i bambini dai 4 anni in poi perché è un inno alla fantasia, alla libertà, al contatto con la natura e perché li diverte tantissimo.
A tutti gli adulti perché leggendolo pongano orecchio al fanciullino che è ancora dentro di loro e che è pronto a venir fuori in qualsiasi momento.
Già perché l’ultima cosa che non ho raccontato è il potere dirompente che questo libro può avere anche su chi di bambini non ne ha…se non quello che vive sempre dentro di sé
LA BUCA
scritto e illustrato da Emma AdBåge
traduzione di Samanta K. Milton Knowles
Casa editrice: Camelozampa
40 pagine
Dirompente, provocatorio, selvaggio, è stato premiato come Miglior libro per bambini in Svezia nel 2018.
Altri libri e percorsi sulla natura potete trovarli QUI
su carta ecologica certificata FSC
Add Comment