Si parla spessissimo di emozioni e altrettanto spesso si dà per scontato che tutti sappiano che un sorriso vuol dire felicità, una bocca digrignata rabbia,… ma non è così!
I bambini devono poter riflettere su queste espressioni prima di riuscire ad associarle poiché, anche se magari le usano molto spesso, lo fanno involontariamente e spesso faticano a rifare tali gesti pensandoci.
Ho letto molti libri che parlano di come disegnare le emozioni o di come introdurne il discorso, ma quando ho dovuto affrontare la questione con la principessa l’unico libro che ha catturato il suo interesse è stato questo:
Titolo: Il filo Emozionato
Autore: Serena Viola
Editore: Gribaudo
Il filo emozionato
Il libro è un cartonato di 8 pagine in cui troviamo da una parte cose che possono essere associate al sentimento (es. Sorpresa – la nonna in monopattino), dall’altro un volto in cui compaiono uno o più buchini, ma manca la bocca.
La copertina del libro contiene una scatolina con un filo nero e sin dalla prima pagina viene chiaramente spiegato che il bambino dovrà tagliare il cordino in 7 parte e, facendolo passare nei buchi come descritto dal libro, creare la bocca dei personaggi.
Infine si ha la possibilità di aggiungere per ogni sentimento tre cose che il bambino stesso gli associa.
Completato il libro si è ormai degli esperti di mimica delle emozioni, quindi non resta che osservarsi nella “palestra delle emozioni” dell’ultima pagina che offre un pannello riflettente simile ad uno specchio, una pagina per annotare ciò che si vuole e un consiglio: “Ricordati che l’ultima dev’essere un sorriso o una faccia buffa
Perché ve lo consiglio?
Chi da un po’ legge il mio blog probabilmente ha notato un certo parallelismo tra questo libro e Il sorriso di Chiara Tassinari. Il secondo parla solo di momenti di felicità, ma anch’esso finisce con la richiesta di guardarsi con un volto felice.
Qui troviamo moltissime emozioni dalla felicità alla tristezza passando per disgusto e paura, ma quello che trovo splendido in questo libro è che è un libro del fare.
Non è un libro da leggere o colorare, ma da costruire e con cui interagire pensando, raccontandosi e giocando con un cordino che per i più piccoli è qualcosa di magico e affascinante.
A differenza di ciò che vi raccontavo sul giocare con i libri questa volta non lo si usa in modo “improprio”, ma si segue ciò che c’è scritto trasformando però la lettura in gesti, segni e linee e potendo rielaborare più e più volte ciò che si è fatto e trasformandolo in diversi giochi.
La principessa, ad esempio, non vuole tagliare il cordino quindi ogni volta lo toglie da una pagina e lo mette nell’altra creando una piccola storia il cui protagonista è il cordino stesso che passa di bocca in bocca prendendo le varie forme, ma cercando sempre di ritornare al sorriso perché tutte le nostre storie per lei devono essere a lieto fine.
Oggi vi ho raccontato il mio gioco dei sentimenti con la principessa, ma sono certa che ogni famiglia e forse anche ogni asilo e scuola dell’infanzia hanno il proprio quindi… perché non mi raccontate il vostro?
Sono certo che avrete moltissimo da insegnarmi
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