Questo post ha alla base un’idea che è anche quella che anima i miei percorsi con i ragazzi: “I social non sono il male, ma a volte vengono usati male”
Partendo da questo principio abbiamo ampliato l’orizzonte del progetto sul Cyberbullismo con questo nuovo libro che i ragazzi hanno apprezzato moltissimo: “Cyberbulli al tappeto”
Di bullismo e Cyberbullismo vi avevo già parlato QUI presentandovi alcune attività svolte con i ragazzi e abbiamo ripreso l’argomento parlando di videogames QUI.
Oggi invece ci soffermiamo proprio sulla questione social e su come spiegare ai ragazzi utilizzo e insidie senza cadere in quelle romanzine che spingono esattamente dalla parte opposta.
Cyberbulli al tappeto. Manuale per l’uso dei social
La rete ha un sacco di risposte.
La rete è divertente.
La rete è interessante.
La rete è un posto fantastico.
La rete, però è anche un posto pericoloso, dove si rischia di rimanere intrappolati come tonni.
Ed è facile finire nei guai.
Inizia così questo manuale per ragazzi composto da immagini accattivanti, fumetti e spiegazioni brevi ma molto chiare che il ragazzo può leggere scegliendo il percorso che più gli interessa.
Davide Morosinotto ci accompagna nel mondo dei social partendo con l’illustrarci tutte le cose che il web può offrirci dalla posta elettronica ai videogiochi passando appunto per i diversi social.
Passa poi a spiegarci che cosa sono i social, a cosa servono e quali differenze ci sono tra un account privato e uno pubblico per poi dedicare la maggior parte del libro al cyberbullismo.
Cyberbulli al tappeto: una prospettiva a 360 gradi
“All’inizio sembrava un libro di scuola, poi ho iniziato a leggere i fumetti e mi sono accorto che quella situazione l’avevo già vissuta. Quei ragazzi che ridevano per il commento di un compagno eravamo noi. Eravamo io e Pietro che ridevamo quando Francesco ha insultato Sara. Noi lo trovavamo divertente, ma in effetti lei alla festa poi lei non c’era (…) ho letto due volte quella pagina e c’ho pensato poi l’ho chiamata: c’era rimasta male” (Lorenzo 15 anni)
Ho proposto questo libro a diversi ragazzi dai 10 ai 20 anni e tanti sono stati i commenti che mi sono segnata, ma quelli di Lorenzo e di Sara (che scriverò in seguito) sono quelli che più mi hanno colpito.
La prima cosa che aveva colpito anche me di questo testo è che non parla solo di bulli, ma anche di quelli che inconsapevolmente alimentano questi comportamenti.
Se un’azione di bullismo, volontaria o involontaria, trova la disapprovazione di chi ci sta intorno è molto più facile che si auto esaurisca e questo è un punto importante su cui riflettere. Il bullismo è un fatto sociale, un problema di cui tutti devono prendersi carico sia per aiutare chi lo subisce, sia per non alimentarlo.
Questo libro è molto efficace nel mettere il ragazzo dentro la situazione per fornirgli non solo informazioni utili, ma anche situazioni narrative che, come nel caso di Lorenzo, possono far emergere nuove consapevolezze.
Riconoscere i cyberbulli e il mondo… fuori dalla rete
“Quando Francesco ha iniziato a rispondermi in modo sgarbato non c’ho dato importanza perché era solo la chat e non conta, poi però a scuola gli altri ne parlavano e ridevano di me e quando mi ha scritto quel commento per la festa ho deciso che non ci sarei andata, perchè mi vergognavo. Ma il libro ha ragione su due cose: la prima è che bisogna parlarne, la seconda è che la vita vera è quella fuori dalla chat e va affrontata” (Sara 15 anni)
Vi sto raccontando questa vicenda perché ha un finale che forse nessuno si aspetta: dopo il progetto sul Cyberbullismo Francesco e Sara si sono messi insieme.
Sconcertante vero? Forse non del tutto.
Esistono sicuramente figure oscure nel web e il libro ne parla e spiega ai ragazzi come difendersene, ma molto più di frequente i bulli o cyberbulli sono persone che conosciamo o situazioni di cui non parliamo e che possono portare gravi conseguenze.
Spesso il problema dei social è proprio la non comunicazione verbale, il chiudersi in un mondo rarefatto che ci appare senza conseguenze nella realtà.
Il dialogo è sempre la cosa più importante
Francesco per fortuna non è un vero bullo, ma solo un ragazzino che voleva l’approvazione dei compagni e catalizzava le attenzioni su Sara perché ne era attratto da lei, ma non voleva dirlo.
Ciò non toglie però che le offese, le notti insonni, i pianti ci siano stati comunque e ciò principalmente per tre motivi:
- Sara non ne ha parlato con nessuno;
- Francesco ha creduto che il mondo virtuale non includesse il mondo reale;
- I compagni hanno rafforzato questo comportamento ridendo senza pensare alle conseguenze
Alla base di tutto questo c’era una convinzione che internet sia un po’ come un videogioco in cui ciò che fai è finto e non ha vere conseguenze, se la scelta di questo libro non ci avesse portato a parlarne insieme forse la situazione sarebbe ulteriormente peggiorata
Ecco perché ho trovato particolarmente importante l’accento che l’autore pone sul fatto che, esistono cyberbulli “di professione” da cui difendersi anche con l’aiuto di appositi programmi, ma a volte sono ragazzi che già conosci e che puoi affrontare faccia a faccia fuori dal web.
Un percorso tra web e vita quotidiana quindi quello che Morosinotto ci propone che non manca però di concludersi con un capitolo molto importante che mette in evidenza queste parole:
“La rete è utile, è divertente ed è fantastica…
Ma il mondo esterno lo è ancora di più”
Invitando tutti noi non solo a spegnere i social e a guardare in faccia le persone, ma anche a confrontarci su ciò che accade dentro e fuori dalla rete poichè l’unico modo che abbiamo davvero di aiutare i nostri ragazzi è parlare con loro e stargli vicino.
TITOLO: Cyberbulli al tappeto. Manuale per l’uso dei social
CASA EDITRICE: Editoriale scienza
Altri libri della stessa collana li trovate QUI
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