Una cosa che amo tantissimo del libro delle Pulci volanti è che i loro testi sono universali, evocativi e perturbanti in mille modi diversi.
Quando mi è stato regalato Come soli segreti avevo immaginato di scrivervi di collezioni, di viaggi e di paure, ma poi in viaggio il libro l’ho portato davvero e il suo valore universale ha fatto si che in ogni lettura uscissero da grandi e piccini (perché questo è un libro che si inizia a leggere a tre anni e a 85 ti trovi a dichiarare: “Ma che meraviglia parla proprio di me”. Storie di vita vissuta) sfaccettature sempre diverse.
Il viaggio che vi propongo oggi è quindi un’avventura dentro e fuori dal libro per scoprire insieme la magia del segreto, della condivisione e delle parole
Come soli segreti: le collezioni segrete dell’infanzia
Frida e io custodiamo un segreto
Un luogo segreto
Per arrivarci devi fare un andirivieni di corse a perdifiato,
in mezzo ad avanzi di case,
e Buck ci corre dietro, ridendo.
Frida, Jamal e Buck passano tre giorni a raccogliere tesori e il quarto a riporli nel loro nascondiglio segreto raccontandoli, condividendoli e scrutandoli affondo facendoli così diventare parte di loro stessi.
I due bambini si alimentano di questi tesori, si formano con essi e grazie alla condivisione di essi fino al giorno in cui:
Un mostro orribile ci cammina incontro come un soldato,
battendo forte piedi e pugni, in cerca di prede.
Siamo scappati!
L’arrivo di questo mostro sembra inscurire e immobilizzare il mondo intero.
Ma quella che sembra una fine è soltanto l’inizio della parte più bella della storia… che lascio scoprire a voi
La parola ai bambini
Come premesso questo sarà un post particolare perché faremo un viaggio insieme che nasce dall’idea da cui nasce la storia per arrivare a come i bambini se ne sono impossessati.
Esistono ancora i luoghi segreti?
In un’intervista la scrittrice Cristiana Pezzetta racconta che questa storia trova ispirazione dalla lettura del racconto “Tra le rovine” di Brian Friel e dal suo essere collezionista di pezzetti di carta, sassi, foglie, … fin da bambina. Racconta la sua esperienza di bambina con un posto segreto in cui riporre i suoi tesori e spiega che oggi, a suo parere, i bambini sono troppo controllati dagli adulti e quindi hanno bisogno di una dimensione immaginifica per trovare un vero luogo segreto al riparo da occhi esterni (Potete trovare un’intervista all’autrice sul testo QUI)
Questa frase mi ha colpito subito e ha creato un rilancio perfetto per iniziare la discussione successiva al libro
Così facendo ho scoperto che ogni bambino ha un luogo segreto, il suo “Nascondiglio dei preziosi”. Hansel a Bressanone può vantarsi di avere un’intera casa sull’albero solo per sé, Martina di Milano rilancia con molta fantasia che il suo luogo segreto è la scatola delle scarpe vecchie nel ripostiglio e Francesco se la ride pensando che il suo luogo segreto è sotto gli occhi di tutti: sotto il letto dentro il suo orsone peluche che con il suo buco sotto il braccio è perfetto per nascondere segreti.
Ma cosa collezionano i bambini di oggi?
Esattamente quello che collezionavano la scrittrice, l’illustratrice e molti di noi: sassi, foglie, carta, conchiglie, tessuti, bottoni, fili.
“Io colleziono cose belle, non ci penso, le vedo e…zac! Le infilo in tasca.
Di solito sono sassolini, carte colorate, fiori e conchiglie. Mi piacciono molto anche i bastoni ma la mamma e la maestra non me li fanno mai portare a casa però quelli piccoli li prendo lo stesso.
Quando li porto a casa non so cosa farci, ma poi dei giorni li vedo per caso e li trovo lì e ci gioco, ad alcuni ho dato un nome, quando sarò grande ci riempirò il mobile della mia sala, uno spazio per tutti, come ha fatto tuo marito con i minerali” (Tommaso, 8 anni)
La possibilità di crescere e affrontare le paure
I bambini, esattamente come Frida e Jamal sono sempre in movimento e amano condividere e riempire il loro mondo con quella fantasia e quelle parole che li aiutano a crescere, a sperimentare e a definire sé stessi.
La loro vita però non è sempre rose e fiori ed ecco che dalle pieghe delle pagine esce un mostro, una paura indefinita che apre a tanti mondi possibili e che si impossessa della pagina fino a far rimanere i bambini fermi e immobili.
È un momento perturbante per i bambini che fa trattenere il fiato, ma che sprona ancora di più l’immedesimazione perché un momento così, anche se a livelli d’intensità diversi, tutti lo hanno vissuto
Abbiamo atteso a lungo il sonno del Mostro
E poi un giorno Frida e io ci siamo fatti: coraggio!
E dopo corse a perdifiato,
in mezzo ad avanzi di case,
veloci come lampi,
siamo tornati lì.
Al nostro nascondiglio.
Quando chiedo agli adulti quale pensano sia il mostro le risposte più frequenti sono il terremoto e la guerra.
Quando lo chiedo ai bambini più sono piccoli e più emergono le risposte: quando si spegne la luce, quando sei da solo, quando i grandi ti sgridano
In realtà l’illustratrice racconta che la scelta di simboleggiare il mostro con macchie nere risiede proprio nella volontà di rendere questo mostro indefinito. È un mostro che li rappresenta tutti e mi piace notare come inconsciamente anche per noi adulti la paura universale sia il buio, il nero, l’indefinito.
Alla fine la paura del buio che cerchiamo di esorcizzare nei piccoli con progetti come quello che trovate QUI viene solo trasformata in qualcosa di più gestibile, ma rimane dentro di noi per sempre.
Anche i protagonisti di questo racconto cercano un modo per riaccendere la luce e lo fanno ritornando nel loro posto segreto fatto di condivisione, di tesori, ma anche di ricordi e di parole perché alla fine il luogo segreto di ognuno di noi, a qualsiasi età ce lo portiamo sempre dietro nel nostro cuore e nella nostra anima
Un gioco di illustrazioni per guardarci dentro
Un aspetto che mi è piaciuto particolarmente delle illustrazioni di Anita Barghigiani sono questi colori carichi che sembrano brillare in contrasto alle zone più scure e sussurrate e il suo amore per queste immagini in cui davanti ad uno sfondo scenografico si accumulano moltissimi oggetti, storie, linee evocative.
I luoghi che ci narra non sono reali, ci troviamo in un paese delle meraviglie in cui appena ci sembra di scorgere un particolare che ci aiuti a collocarlo geograficamente ecco che un altro ci porta lontano. Tutto lo spazio è pieno di oggetti, di tesori e ne sentiamo il rumore, i sapori e gli odori.
Ai bambini non è sfuggito che in un’immagine scorgiamo addirittura un broccolo ed una cipolla:
“Ma quelli sicuramente li hanno nascosti lì per evitare di mangiarli. Perché neanche Buck (che per i bambini è un cane, ma che in realtà non vediamo mai raffigurato n.d.r.) lo vuole mangiare”
Ma se il primo luogo dei segreti è proprio quella cassettina dentro di noi che ci aiuta a crescere perché non guardarci dentro e non condividerla con i compagni?
Dopo aver disegnato i profili di ogni bambino, chiedetegli di riempirlo con colori, disegni, materiali, parole per poi condividerlo, se vuole, con i propri compagni, in modo da creare un piccolo luogo segreto…condiviso
Tante sono le cose che potrei ancora raccontare su questo albo, ma mi fermo qui perché ne è già uscito un post lunghissimo. Vi consiglio di leggerlo prima da soli per trovare i vostri posti segreti e poi con i bambini in un clima di osservazione e ascolto completo senza pregiudizi, senza aspettarvi nulla. Forse non sarà la prima lettura quella in cui vi parleranno, potrebbe succedere dopo tre giorni al supermercato o dopo un mese in riva al mare perché questo è un albo che ha bisogno di percorrere una strada prima di trasformarsi in parole
Titolo: Come soli segreti
Autore: Cristiana Pezzetta
Autore: Anita Barghigiani
Casa editrice: Pulci volanti
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