Cielo di ciliegie è uno di quegli albi che va letto e osservato per più volte e magari insieme a qualcuno prima di poter capire se è la storia che fa per noi, questo perché è un albo ricco che tocca il cuore fin dalla prima lettura, ma che è solo con una rilettura e uno sguardo attento che ci fa fare un’esperienza multisensoriale che non si può dimenticare
Il mio compito oggi non sarà solo quello di raccontarvi un libro, ma anche di lasciarvi delle tracce di senso che io e i miei giovani lettori abbiamo individuato, che sono certa siano solo alcune delle possibili strade che questo albo ha dentro di sé
Cielo di ciliegie: trama
Alcuni amici sono più che amici.
Crescono come ciliegie gemelle attaccate allo stesso gambo.
Adin è un amico così.
Uno vero.
Capisce tutto quello che dice Dina, persino quando non dice neanche una parola.
Adin e Dina sono amici inseparabili, ma le loro vite sono molto diverse: la mamma di Adin raccoglie la frutta nel frutteto del papà di Dina. Dina ha una casa e Adin vive in una roulotte.
I bambini sono amici inseparabili e hanno l’abitudine di seminare i noccioli di ciliegia in qualsiasi anfratto utile troviamo in città
Non stupisce quindi che quando Adin si trasferisce con la mamma in città per trovare una vita migliore i due bambini continuino a seminare i loro noccioli cercando di farli arrivare sempre più lontano e sempre più vicino all’amico fino a che non sarà proprio la strada di ciliegi a farli rincontrare
A chi lo consiglio?
Questo albo illustrato poetico ed evocativo sia nelle parole che nelle illustrazioni parla di amicizia, ma anche di temi molto caldi in questi periodo come l’accoglienza degli stranieri, il lavoro precario e il riscatto di vita, ma tra le pieghe dei particolari possiamo cogliere anche le stagioni che passano, il tempo che scorre lento e veloce fatto di parole e giochi , ma anche di lunghi silenzi e se abbiamo uno spirito green possiamo leggerci anche un invito a piantare alberi, a preservare il ciclo naturale.
Un albo che io inizio a portare ai ragazzi a 8 anni e che ieri ho commentato con studenti del primo anno d’università. Ognuno di loro ha trovato il suo percorso di senso, il suo viaggio solitario e poi condiviso e mi ha lasciato dei sassolini che formano la strada che ora vado a raccontarvi
La strada dei personaggi
I personaggi di questa storia sono quattro: Adin e Dina i cui nomi sono uno l’anagramma dell’altro, una mamma e un papà che non hanno nomi sono solo la mamma di Adin e il papà di Dina.
Le caratteristiche di Adin e Dina sono opposte in tutto: lei ragazzina dalla pelle bianchissima e dai lunghi capelli biodi, lui maschio dalla pelle scura e i capelli neri come la pece.
La madre di Adin che prende decisioni, si sposta e dice la sua, il papà d Dina che è un personaggio silenzioso, ma senza il quale la storia non potrebbe svolgersi
Interessante anche l’illustrazione della tenuta di campagna di Dina in cui in alto a sinistra spicca la loro casa sul monte i cui colori sono simili alla piccola roulotte in fondo al frutteto. Colori simili per due vite molto differenti che rappresentano anche un’ascesa sociale che la mamma di Adin cerca di fare in città dove dal basso della roulotte nella valle si sposta in un appartamento in alto da cui si scorge in lontananza la vecchia abitazione
Attenti ai silenzi
Spesso con i ragazzi e con gli adulti che partecipano ai nostri corsi ci confrontiamo su come leggere gli albi illustrati. Leggere non è solo questione di seguire la punteggiatura e dire le parole giuste, ma anche di ascoltare il ritmo scandito dai silenzi e sono proprio i silenzi quelli che più hanno affascinato di questo libro.
Dopo aver piantato abbastanza noccioli,
Adin e Dina si sdraiano sull’erba
E guardano il cielo di ciliegie sopra di loro
Dopo questa parte nel testo c’è uno spazio ed è uno spazio importante: è lo spazio di quando ci si ferma, ci si rilassa e si libera la testa quel tanto che serve per riordinare le idee e magari, come in questo caso iniziare un discorso difficile.
Se quando si legge non si fa sentire questo silenzio, la storia perde qualcosa, cambia ritmo e non ci permette di assaporare la marea di sentimenti che seguono la rivelazione della partenza i Adin
Questo è solo uno degli esempi di pause nel testo che vi invito a trovare e ad assaporare per una lettura multisensoriale della storia
Vi sono poi le pause immaginative, quello in cui dopo aver voltato la pagina non troviamo parole ma solo illustrazioni.
È importante seguire questo ritmo e dare all’immagine il giusto tempo. Come trovare questo tempo?
I ragazzi hanno provato a leggere il libro fermandosi da prima a fare ciò che suggerisce l’immagine e poi solo a immaginarla nella propria testa: il risultato è davvero molto interessante
Se volete continuare a esercitarvi sui silenzi vi consiglio il libro che trovate QUI
La strada della solidarietà
Un argomento molto interessante che questo libro ha suscitato è quello dell’amicizia come un sentimento che ci fa supportare l’altro anche andando contro ai nostri interessi.
La mamma di Adin cerca giustamente una vita migliore, ma il papà di Dina in questo modo perde una valida lavoratrice e sa che per sua figlia la vita sarà più dura eppure entrambi fanno un passo indietro per accogliere le esigenze degli altri e se ne fanno carico.
C’è molta sofferenza in questa storia e voglia di vedersi eppure tutto scorre fluido attraverso un gioco di supporto emotivo e di aiuto reciproco. Saranno gli alberi di ciliegio piantati per strada segno di primavera, di rinascita, di speranza a creare un filo che simbolicamente unisce le vite dei due amici superando le difficoltà sociali e ciò per i ragazzi è stato anche un segno che spesso basta seguire la strada del proprio cuore e la propria natura per arrivare laddove il nostro cuore è felice anche quando la vita ci porta da un’altra parte
Altri libri per continuare questo percorso sull’amicizia potete trovarli qui
Il cibo come metafora della condivisione
Un ultimo spunto che mi ha colpito moltissimo è quello legato al cibo.
Dina porge ad Adin il sacchetto pieno di noccioli
“Sputati personalmente!”
Questa frase unita alla raccomandazione di lui di far mangiare al corvo le briciole del proprio piatto affinché si affezioni a Dina e resti con lei hanno colpito la fantasia dei ragazzi. Condividere il cibo, anche quando l’immagine che si crea fa un po’ alzare il naso (vedi quel “sputati”), è qualcosa che tutti noi facciamo con i nostri amici ma spesso senza accorgerci che quello è un momento di condivisione importante.
Tra i colleghi quelli con cui di solito s’è più in confidenza sono quelli con sui si passa la pausa pranzo, a scuola i legami si creano all’intervallo e non era difficile, in periodi preCovid, vedere bambini che condividevano la merenda. Il significato di condividere il cibo risale alla preistoria e ha da sempre una valenza sociale che è molto divertente indagare con i ragazzi
Questi sono alcuni dei percorsi di senso che l’albo ha fatto emergere, ma come premettevo sono certa che molti altri sarete voi a scoprirli e, se vi va, noi siamo tutto orecchi pronti a rileggere nuovamente questa fantastica storia per seguire i vostri suggerimenti
TITOLO: Il cielo di ciliegie
AUTORE: Jef Aerts
ILLUSTRATRICE: Sanne te Loo
TRADUTTRICE: Anna Petrucco Becchi
CASA EDITRICE : Camelozampa
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